L’Agenzia delle Entrate ha messo a disposizione, a partire da lunedì 8 maggio, il servizio online per presentare la dichiarazione dell’imposta di soggiorno 2023. I soggetti interessati, quindi, dovranno comunicare tramite tale servizio i dati relativi al periodo 01.01.2022-31.12.2022.
Che cos’è l’Imposta di soggiorno?
La dichiarazione dell’imposta di soggiorno, disciplinata dall’ art. 4 del D.lgs. 14/03/2011, n. 23, è stata prevista con l’art. 180 del D.L. 19/05/2020, n. 34. L’imposta di soggiorno è un tributo locale, applicato a carico di chi soggiorna e/o pernotta presso una struttura ricettiva che si trova in un Comune in cui tale imposta è stata istituita; viene riscossa dai gestori delle strutture ricettive che agiscono come “agenti contabili” nei confronti degli Enti Comunali, effettivi destinatari dell’imposta.
Come si effettua la dichiarazione d’imposta di soggiorno
I gestori delle strutture ricettive, compresi i titolari di bed & breakfast nonché coloro che stipulano contratti di locazione breve, oltre ad essere responsabili del pagamento dell’imposta, sono tenuti alla presentazione della dichiarazione annuale nella quale, per ogni trimestre dell’anno, dovranno indicare i seguenti dati:
- Imposta applicata a notte;
- Imposta ridotta applicata a notte;
- Numero presenze a tariffa ordinaria;
- Numero presenze esenti dall’imposta;
- Numero presenze cui spetta la riduzione.
Quali sono le modalità d’invio e le sanzioni
A differenza di quanto previsto per gli anni di imposta 2020 e 2021, per i quali la comunicazione dei dati relativi all’imposta di soggiorno poteva non essere effettuata tramite modello ministeriale se già presentata al Comune di riferimento, a partire dal 2022 la dichiarazione va predisposta esclusivamente sul modello approvato con decreto ministeriale e trasmessa utilizzando i servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate.
L’invio della dichiarazione deve essere effettuato entro la scadenza del 30 giugno. In caso di omessa o infedele presentazione della dichiarazione dell’imposta di soggiorno è prevista una sanzione che va dal 100 al 200 per cento dell’importo dovuto.